E’ il 6 Luglio 2023, con mia moglie siamo atterrati a Preveza e arrivati qui a Vlicho su Lefkada, senza la camera climatizzata da sogno che avevamo prenotato dall’Italia, saremmo già defunti, carbonizzati dal sole implacabile. La mia barca di mt 7 come l’ho lasciata parcheggiata ad agosto 2022 è rimasta, anzi no, 20 mt di cima sono spariti, l’avevo lasciata incastrata nei rulli del carrello, durante l'inverno il carrello serviva al cantiere, quindi il mio barchino Libentè è stata appoggiato non so quanto delicatamente per terra su dei legni, (comodo per salirci) . Dei lavori concordati e pagati anticipatamente lo scorso anno non hanno fatto niente: olio motore e piede da cambiare carburatore da pulire, timone da resinare non riparato, scaletta da saldare. Alle mie varie mail e whatsapp inviati dall’Italia come sollecito a eseguirli, non è mai giunta risposta. Ok siamo in Grecia, °nema problema” e piano piano si rimedia. Anche il mio robusto supporto FB basculante deve aver preso un bel colpo per spaccare i due ultimi denti di regolazione in altezza, come sia accaduto nessuno lo sa, anche a questo ci penserà il mio pachistano che lavora nel cantiere, domani lo smonterà e lo porterà a saldare, è di lega di alluminio: speriamo facciano un buon lavoro e tenga. Domani con mia moglie noleggeremo una moto per due giorni e gireremo l’isola, per ora è solo una bici, ma stasera arriva la moto. Così mi è stato promesso per le ore 21.00. Naturalmente pagamento anticipato 2 giorni 40 €
Dopo due giorni di moto, le bellezze di Lefkada non hanno per noi più segreti, oggi è domenica e qui non si lavora, ma domani, lunedi Libentè alle ore 11 deve andare nel suo posto : in mare. In serata un forte vento catabatico e improvviso si abbatte nella “baia della Tranquillità” facendo spedare numerose barche alla fonda e volare in banchina qualche pram legato male pur appesantito dal motore, sono circa 30 nodi, questa sera meglio la camera della barca. Ho in programma di risalire verso Preveza Parga, per arrivare a Corfù prima del il 17 quando partirà mia moglie e il 19 arriverà un figlio, con lui la direzione nord o sud è ancora incerta
Lunedi 10 Luglio punto la sveglia alle 8.00, devo ancora montare il motore, il timone, le vele e tutto quel che serve per le 11 quando mi metteranno in mare. Ma Kostas non si vede, il cantiere è deserto, intorno alle 11 arriva senza auto che dice essere a riparare, sono tutte scuse, la verità è che non trova un carrello sufficientemente basso per infilarcelo sotto. Attenderò fino alle 17 vedendo entrare e uscire dall’acqua numerose barche, mentre io rosico. Finalmente dopo numeri inenarrabili con gioco di squadra, il carrello scivola sotto la mia barca che finalmente va in acqua. Vado a motore per recuperare la moglie a Vlicho che mi aspetta in camera refrigerata mentre io son zuppo di sudore. Mi avvicino lent al pontile quando vedo un uomo sbracciarsi dicendomi che non posso avvicinarmi, a gesti mi indica l’acqua e vedo le bolle, un sub con una boetta di plastica gialla da corpo morto sta lavorando sulle catenarie. Spengo subito l’elica ma appena le bolle del sub si spostano lo devo riaccendere per allontanarmi, i sub in realtà scopro che sono due. Vado verso il pontile seguente, carico tutto, valige e moglie e partiamo subito in direzione nord con genova parzialmente aperto. Arriviamo al ponte mobile di Lefkada alle 18,45, in tempo per passarlo alle19.00. Lo aprono per passare ogni ora. Destinazione Preveza dove entriamo col sole già tramontato e ancoriamo al buio davanti il marina Cleopatra con solo 2 mt di fondo.
Martedi 11 luglio Il mar d’Ambracia dietro Preveza lo voglio vedere, è costellato di allevamenti ittici, il vento è debole e poco favorevole. Tengo il Genova aperto ma a motore acceso per stringere e avanzare meglio. Guardando il portolano, Koronisia è il paesino che mi incuriosisce di più, ha un porticciolo e si trova su una lingua sottile di terra: Isola o penisola ? Dalla carta non si capisce bene Ci arrivo a mezzogiorno sotto il sole inceneritore, ci sono solo due bar, scegliamo disidratati quello di dx , lo troviamo chiuso, lentamente raggiungiamo quello di sx Qualche auto circola, il paesino potrebbe essere una penisola. Dopo reidratazione molliamo gli ormeggi desiderosi di entrare in acqua, raggiungiamo due isolotti che troviamo prima di arrivare a Vonitza . L’acqua non è cristallina e nemmeno fredda, il mar di Ambracia è un mare interno a carattere lagunare con profondità molto variabile da 0 a 30 mt Per raggiungere Vonitsa a circa 5 miglia fruiamo di un buon vento sui 10 nodi, sulla costa ci sono due baie separate da un lungo pontile di pietra, una parte non è urbanizzata , l’altra col paese è dotata di ormeggi protetti da un frangiflutti . Per non ancorare, mi accosto all’inglese su uno dei tanti grandi ruderi galleggianti “dimenticati” da qualcuno per anni in Grecia. Rappresentano senz’altro tante storie tristi che né i proprietari né le autorità locali sanno risolvere, alcune resistono al tempo altre lentamente e inesorabilmente affondano consunte dal sole e dagli anni che scorrono. Quella a cui ci appoggiamo è sui 14 mt molto solida, pozzetto centrale, rollaranda e rollafiocco montati ma evidentemente consunta da molti anni di abbandono per chissà quale motivo, forse improvviso: i parabordi sono ormai esplosi e rimangono distrutti inutilmente appesi e parzialmente sommersi , sono ricoperti di cozze, sul ponte ovunque accessori sparsi, un tavolino ribaltato che stranamente non è ancora volato via, il tutto è davvero spettrale. Troviamo in banchina una persona anziana con una moto, penso sia il custode del marina comunale e gli chiedo info per riempire la tanica vuota di benzina da 10lt Invece è un italiano Massimo anni 86, trascorre le vacanze con sua moglie su una barca da 12 mt a Preveza, non so quanto ancora navighi, ma alla sua età essere qui è già una buona cosa, sono 40 anni che naviga in Grecia e mi sottolinea amaramente quanto sia cambiata. Intuisce subito la mia necessità di carburante e gentilmente mi accompagna con la sua moto al distributore che si trova a circa 2 km È stato davvero gentile. La cena è all’insegna della vecchia Grecia: spiedo di agnello e porco con acqua minerale 20€ : i prezzi fluttuano molto, la legge domanda/offerta la regola
Mercoledi 12 luglio Dopo colazione partiamo da Vonitza verso Preveza, per uscire di nuovo in mare e risalire verso nord: Myticas, Lygias , Faneri con il suo porto canale Akeronte. Passo Myticas e Prima di Lygias ci sono diverse rocce che sembrano piovute dal cielo, alcune visibili emergenti altre sinistre e sommerse anche in acque potenzialmente navigabili. Superiamo Lygias e verso le 18 arriviamo al porto canale di Faneri col maestrale che come sl solito intensifica verso sera e produce sull’ingresso una sgradevole barra che mi procura qualche ansia. A complicare le cose in quel momento un barcone di turisti sta uscendo, lo spazio per entrambi ci sarebbe con mare calmo, ma con quell’onda disordinata preferisco rallentare per farlo passare, poi do gas al motore per togliermi dagli impicci. Sulla barra ci sono 2,5 mt scarsi di fondo, ma poco oltre si fa a tratti profondo sui 5/6 mt, c Ci sarebbe un buon riparo anche all’esterno ma l’immobilità dei canali sono per me una suggestiva tentazione. Le barche ormeggiate ininterrottamente sulla Sx lasciano appena la possibilità del doppio senso. Trovo un catamarano che sembra giaccia immobile da tanto tempo e ne approfitto per mettermi in doppia fila sulla barca a vela disabitata ormeggiata immediatamente prima. La discesa nel canneto preoccupa mia moglie che impreca e a tal punto che indispettita manifesta la volontà di rimanere a bordo, nonostante le nasconda di essere entrato in una ragnatela appiccicosa dominio di un ragno enorme che mi avrebbe succhiato molto volentieri dopo la distruzione di tutto il suo lavoro. Quando anche lei su mia insistenza scende da una passerella di legno mobile trovata sull’argine, viene a cena. Cii accorgiamo che sul catamarano in apparente stato di abbandono qualcuno ci abita. Ignari abbiamo fatto ogni genere di attività per uscire a cena in modo decente, docce varie e vestizione da una condizione per noi abituale adamitica: della sua presenza nessuno di noi se ne era accorto: pazienza … L’uomo si dimostra cordiale e sorpreso che al ns arrivo non gli avevamo fatto alcun cenno di saluto. Guardandolo mi sono convinto abbia raggiunto un perfetto mimetismo con il suo catamarano disastrato. Ci tranquillizza relativamente perché ci riferisce che il giorno prima la corrente lo aveva girato in testa coda, infatti ha ancora incastrato nella timoneria rivolta contro corrente un alberello secco portato dal fiume. La cena anche questa sera è davvero ottima e con prezzi decisamente popolari.
Giovedì 13 luglio , Akeronte Syvota. Petriti Usciamo tranquillamente dopo colazione, il canale in uscita ha stavolta una barra decisamente inoffensiva e dirigiamo verso nord a motore con vento debole e contrario. Diamo un occhio a Parga e passiamo oltre verso Syvota la cui conformazione è davvero suggestiva, ma con una intensa pressione turistica. Ci fermiamo per un bagno nella prima insenatura dove ci sono già decine di barche in uno spazio esiguo di ogni dimensione. Solo nel tardo pomeriggio riposati leviamo ancora per cercare ormeggio e se possibile benzina, il portolano segnala autocisterna disponibile in banchina. Niente di meglio. Appena finisco di legarmi a un corpo morto, arriva l’omino del marina prima assente che ci comunica deciso di andarcene: il posto è prenotato, come anche altri che sembrano disponibili, ma in realtà non lo sono. In realtà le società di charter fruiscono di una sorta di precedenza monopolizzando quasi tutto. Anche il resto degli ormeggi Comunali sono desolatamente pieni, nel nostro appena liberato si infila subito una barca a motore multipiano che mi dimostra il suo fastidio per i pochi minuti che l’ho fatto attendere: per fare in fretta mi stavo portando via il corpo morto che pur gettato in acqua era rimasto incastrato tra la battagliola e la ciambella. Non mi dispiace lasciare questo posto affollato e punto deciso su Corfù a Petriti : in 2/3 ore lo raggiungiamo, ma a sole già tramontato nel porticciolo tocco qualcosa di sommerso in 2.5 mt d’acqua. Non ci sono corpi morti e faccio qualche numero per ormeggiare di prua con la mia seconda ancora a poppa. La mia tecnica fai da te è questa: faccio scendere mia moglie da prua con una cima fissata alla barca della stessa lunghezza della mia linea di ancoraggio a poppa. Do retro lento e poco prima la cima di prua vada in tensione, dò fondo con la seconda ancora di poppa lasciando filare catena e cima dal secchio fissato alla scaletta, dando marcia avanti sempre piano piano, fisso la prua con le due solite cime di ormeggio ed è fatta. Due anziani amici greci che mi hanno visto arrivare sono incuriositi dal mio tipo di barca e mi chiedono di vederla salendoci sopra. Mia moglie che non ne può più di questa barca rimane incredula e a gesti espliciti mi suggerisce di vendergliela subito. La cena si dimostra alla altezza delle aspettative: Panzerotti fritti con ripeno di melanzane Seppie ai ferri e polpo in salsa di pomodoro Siamo oltre 40 euro
14 Luglio Petriti, Messolonghi, Benites
La notte è stata disturbata da alcuni giovani in moto che utilizzavano il molo come luogo di incontri galanti, scorrazzandoci fino a notte fonda, incuranti delle barche ormeggiate. Dopo un po’ di spesa e aver oziato col wifi dell’unico bar aperto molliamo l’ormeggio risalendo lungo la costa di Corfu facendo quasi subito un lungo bagno ristoratore. La strada costiera si fa sentire e non allieta ma ci voleva prima di entrare nel patomos di Messolonghi. Il porto canale ha un ingresso suddiviso a metà da una linea di galleggianti gialli , da bravo automobilista, ma sprovveduto marinaio vedo un gentilissimo greco sbracciarsi mentre mi sta raggiungendo col gommone. M sono infilato nella parte interdetta alla navigazione per fondali bassi. Stoppo subito la mia rotta catastrofica e ritorno immediatamente nell’unico lato navigabile. Ho sollevato un po’ la deriva così pesco solo un mt anche meno, così risalgo attento, ma sereno e decido di ormeggiare parzialmente in doppia fila, dove la stretta dimensione del canale lo permette meglio. Mi rendo conto di occupare parzialmente il posto di qualcun altro, per questo motivo lascio le cime lunghe permettendo di utilizzare lo spazio dovesse arrivare qualcun altro. Sto circa un’ora nei pressi, prima di partire per una passeggiata, ma nessuno sembra interessato al mio ormeggio. Il caldo ci fa scegliere subito un locale ventilato dal quale non ci schioderemo per almeno un paio d’ore. Quando verso sera torniamo all’ormeggio, troviamo sul ponte di Libentè un sudicio e puzzolente straccio: la scritta greca inviata a mio genero che il greco lo conosce è esplicito e non lascia dubbi: “ questo posto è mio e qui parcheggio solo io”. Ho capito dobbiamo andarcene e partire per Benites dove c’è un marina vero. Ci arriviamo al buio, col gps che nel momento meno opportuno perde i satelliti. Ma anche a Benites veniamo respinti, nonostante ampi spazi vuoti, non ne ho voglia di insistere, il tempo è buono così ci ancoriamo fuori tenendo la luce bianca a ricarica solare intermittente appena comprata, resterà accesa tutta la notte.
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