Marinai di Terraferma

Forum dei marinai carrellatori
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 Oggetto del messaggio: Re: Xpedition - Anzio-Elba-Anzio su HC21
MessaggioInviato: 27/02/2011, 13:16 
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Appena hai finito questo bellissimo diario di bordo lo copio sulla sezione articoli, togliendo i nostri commenti, ovvimante, che rimarranno in evidenza in questa sezione. ;) Metterò anche il link nel blog.


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 Oggetto del messaggio: Re: Xpedition - Anzio-Elba-Anzio su HC21
MessaggioInviato: 27/02/2011, 13:44 
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Dopo un’ottima pasta al tonno ci viene voglia di un cicchetto. In cambusa abbiamo del Porto (non manca mai) ma abbiamo pure voglia di un giretto. A 300 metri in linea d’aria c’è l’imboccatura del marina di Cala Galera ma per raggiungerlo via terra tocca fare un giro infinito.. siamo in acqua, mezzo nodo d’aria c’è… in men che non si dica smantelliamo la cucina, riponiamo tutto tranne la camping gas legata al boma. Solo fiocco ci muoviamo verso l’ingresso piano piano piano. Entriamo e ci dirigiamo verso la banchina del rifornimento carburante che è ormai chiuso. Ci viene incontro un custode al quale chiediamo di poterci ormeggiare per un’oretta. Permesso accordato! Rhum, rhum, rhum, baldoria al bar del porto! Verso le 23.00 sta chiudendo tutto e noi ce ne torniamo sul nostro “cabinato scoperto” tornando, questa volta con qualche colpo di pagaia, verso il punto dov’eravamo prima. Buonanotte…
Non sarà una buonanotte.. alle 3.00 ci svegliamo entrambi di soprassalto: un botto e rumore di cocci!! Che pivelli, abbiamo lasciato la camping gas sul boma ma… colpa del rhum ma potevamo immaginare? Si è alzato uno scirocchetto strano che entra in rada e che, complice anche il fondale bassissimo, sta creando una serie strettissima di ondine corte che ci stanno sgrullando come lenzuola. La lampada a gas ondeggia finché il vetro non incoccia sul boma e crash!!! Cocci in coperta, tutti ai posti di manovra! Li raccogliamo al volo ma tocca spostarsi. Alare in spiaggia con la tenda montata non è proprio semplice. Ci guardiamo intorno e notiamo un gruppo di piccole barche ormeggiate a schiera all’esterno del porto che non beccheggiano quasi. Quella dev’essere una zona più protetta, proviamo. Fiocco e via! Dopo una mezz’oretta siamo di nuovo all’àncora ma vicinissimi alla riva. Decisamente si balla meno, non da poter cucinare come la sera precedente ma almeno si può dormire.. o quasi perché concorderete con me che dopo una sveglia improvvisa, col tempo che sta cambiando, un occhio e un orecchio restano sempre in modalità stand-by senza spegnersi mai completamente.


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Commento file: Cala Galera, banchina carburante
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 Oggetto del messaggio: Re: Xpedition - Anzio-Elba-Anzio su HC21
MessaggioInviato: 27/02/2011, 13:50 
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Francesco ha scritto:
Appena hai finito questo bellissimo diario di bordo lo copio sulla sezione articoli, togliendo i nostri commenti, ovvimante, che rimarranno in evidenza in questa sezione. ;) Metterò anche il link nel blog.


Granzie France', mi fa piacere. Spero di non metterci troppo tempo, faccio quello che posso. Finirà quando saremo di nuovo ad Anzio.
Colgo l'occasione per ribadire che apprezzo anche i commenti e naturalmente descrivendo come ci attrezziamo o come abbiamo affrontato certe situazioni non voglio assolutamente dire che si debba fare così, semplicemente che noi abbiamo fatto così. Se qualcuno ha alternative, idee, suggerimenti, domande e quant'altro è tutto stragradito!! BV

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 Oggetto del messaggio: Re: Xpedition - Anzio-Elba-Anzio su HC21
MessaggioInviato: 27/02/2011, 19:45 
Che bello!! Complimenti! Ricco di spunti interessanti e di aneddoti simatici!


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 Oggetto del messaggio: Re: Xpedition - Anzio-Elba-Anzio su HC21
MessaggioInviato: 28/02/2011, 5:03 
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8° giorno:

Lo scirocchetto non era casuale, la mattina ci svegliamo col cielo grigio.. uffff… non pioverà, pensiamo, ma da dove ci troviamo l’idea era quella di doppiare il monte Argentario e, anche se non è l’Everest, è un muro di scogli e se il tempo dovesse volgere al peggio in breve tempo, vogliamo poter avere una chance a portata… vabbè, aspettiamo e vediamo che succede.. il meteomar promette miglioramenti. Certo che un altro giorno fermi ci farà tardare ancora, manco dovessimo arrivare alle Canarie. Ma almeno qua il posto è bello, il tratto di costa dritta e senza fascino è alle nostre spalle, da qui in su tutto merita.
Verso le 13.30 si affaccia un pò di sole e le nuvole sembrano diradarsi. Aspettiamo ancora un po’ che si stabilizzi e poi salpiamo l’àncora.
Non c’è molto vento ma ci muoviamo a 4/5 nodi senza troppe pretese né speranze.. per fortuna anche il mare corto che c’ha svegliato stanotte non c’è più. Il punto è che quando ci si trova sotto una costa alta (la nostra esperienza si rifà al promontorio del Circeo non troppo diverso dall’Argentario) più si è sotto e meno vento c’è: se si è sottovento rispetto alla montagna l’aria ostacolata si impenna e riscende più esterna rispetto al sottocosta seguendo una parabola ampia; se si è sopravento è più o meno la stessa cosa con la differenza che vicino terra si hanno solo turbolenze. Un’eccezione l’abbiamo trovata all’isola di Ponza: sul lato sud-est, estremità meridionale, quello del paese e del porto, la larghezza dell’isola varia da 200 a poco più di 500 metri ed è perlopiù alta e appunto stretta. Nei pomeriggi estivi, quando dall’altro lato soffia una brezza termica di 7/8 nodi, in porto o nella vicina rada del Frontone che dovrebbero essere riparati, ne arriva il doppio e più ci si avvicina a terra e più aumenta (rilevati 20 nodi una volta). Questo dura fino alle 22/23 poi scompare. Pare si chiami vento di ricaduta, tipico di Ponza e della sua costa alta e stretta. Chiusa parentesi.
L’Argentario è lungo da aggirare e quando siamo ancora all’inizio del periplo la velocità cala ancora. Eppure dovremmo essere distanti da terra abbastanza da non risentire del buco costiero.. mah.. procediamo e quindi va bene così. Il vento si cerca ma non si chiama se non quando si è completamente abbonacciati. I lupi di mare dell’antica marina velica in situazioni di assoluta calma, usavano fischiare in maniera quasi impercettibile verso la direzione dalla quale volevano arrivasse il vento. Questo voleva dire chiamarlo. Se il vento arrivava o già c’era, allora fischiare a bordo era assolutamente vietato perché secondo la superstizione, voleva dire chiamarne ancora e rischiare di invocare una burrasca o una tempesta. Perciò procediamo zitti zitti sfruttando quel poco che c’è. Forse col passare delle ore salirà un po’ come ha fatto nei giorni scorsi, o forse siamo ancora troppo vicini al monte. Comunque viene poco sopra ponente perciò procediamo bordeggiando e notiamo che sia avvicinandosi a terra, sia allontanandosi non cambia molto. La montagna sfila e pian piano compare sullo sfondo la sagoma scura del Giglio…
A questo punto tentazione delle tentazioni, assist che il mare da e che mi affascina ogni volta che capita una cosa del genere.. Semplice coincidenza? Sirene di Ulisse? Fate voi, io non ci credo, per me non è casuale: quando siamo ormai sull’estrema punta meridionale il vento gira un po’ più a nord, sin troppo per essere di termica ma ci favorisce. Il bordo di bolina diventa sempre più un traverso e la velocità aumenta. L’isola del Giglio dritta di prua che si avvicina a 8 nodi e il vento sale ancora un pò… lo stiamo pensando tutti e due ma nessuno lo dice… Domenico rompe il silenzio: “Ma al Giglio ci sono spiagge?” Che non è semplice curiosità, vuol dire: “Ma se andiamo al Giglio dove dormiamo?” Non la conosco e nemmeno l’ho studiata più di tanto.. so solo che puntiamo dritti a Giglio Porto.. Prendo una carta dal tubo (è di quello porta disegni che usano gli studenti). Nei dintorni del porto non ci sono approdi per noi, potrebbero essercene a Campese ma è dall’altra parte. Vabbè però c’è il porto… ma nel porto possiamo entrare a vela? Al limite pagaiamo… ok ma saranno 8/9 miglia, la traversata non potremmo farla… perché quella fino all’Elba sì?? E allora ammainiamo il jolly roger e torniamo ad Anzio no? E se non c’è posto? Troppe domande, il mare ce lo sta dicendo, c’ha già insegnato che i programmi servono a poco e le chiacchiere stanno a zero… avremmo già dovuto cominciare a stringere il vento da un pezzo per girare attorno all’Argentario e invece la rotta punta ancora sull’isola nera (è in controluce e se ne distingue solo il profilo scuro, pare Tortuga, l’avete mai vista? Io nei sogni sì)… il fascino dell’isola conquistata.. non serve che ci diciamo “OK”… si tratta di silenzio assenso!
Tappa non prevista, certo un giorno in più per l’Elba… ma tu vedi sponsor sullo scafo o sulla vela? Io no… e poi ahò, stamo in vacanza!
Domenico governa io mi attivo per le informazioni che non ho. Chiamo Massimo detto Barabba, (né ladro né mendicante, solo assonanza col cognome) facile che abbia un accesso internet a portata di mano, mi serve il numero di Giglio Porto. Ce l’ha, ce l’ho. Chiamo la Capitaneria, resto sul vago dicendo che stiamo su un’imbarcazione (generica) in avvicinamento. Mi dicono che il porto ha una banchina pubblica per il transito che può essere utilizzata gratuitamente dalla 18.00 alle 8.00, durante il giorno è dell’aliscafo! OK, questo è il piano A, il piano B è solo una mezza idea ma non ci penso neppure..
L’isola è nera ma molto più grande. Poco prima delle 18.00 entriamo nel suo cono d’ombra e cominciamo a distinguere qualcosa. Tra meno di mezz’ora dovremmo essere lì. Qualche barca a vela già ronza davanti al porto. Prendo il VHF portatile dal boma e sul 16 “LocaMare Giglio, LocaMare Giglio da Catamarano Africa”— Mi rispondono e da prassi cambiamo frequenza. “Siamo un catamarano a vela, 21 piedi in arrivo, chiediamo disponibilità di ormeggio in banchina di transito” Avrei dovuto dire “solo a vela” ma … non l’ho detto, resto vago. Ci confermano che c’è ancora posto e ci preannunciano che la banchina si trova appena a destra del fanale verde di ingresso al porto. Do il ricevuto e specifico che ci fermiamo giusto un attimo all’esterno per ammainare la randa. Arriviamo e ci mettiamo al vento, in men che non si dica la randa è giù, arrotolata e fissata con un elastico sulla terrazza. Tiriamo fuori le pagaie anch’esse solitamente infilate sotto il telo che riveste la terrazza. Riapriamo il fiocco e ci muoviamo piano piano verso l’ingresso del porto. Dopo 5 minuti ci richiamano via radio sollecitando l’ingresso e noi rispondiamo dicendo che siamo a 10 metri dal fanale verde, tra un attimo ci vedranno comparire. … un minimo di tensione c’è perché comunque è vero che la traversata per noi è vietata ma se mi becchi in mare aperto alzo le mani e mi arrendo, una volta sull’isola direi che la distanza da terra è regolamentare no?.. entriamo… in banchina ci sono già 5 barche a vela ormeggiate, rimane un ampio spazio tra l’ultima della fila e un peschereccio. Non serve che comunichiamo che siamo noi il “catamarano Africa” sugli scafi è perfettamente leggibile e l’addetto della capitaneria che attende sul molo con il portatile e un blocco notes in mano sicuramente se n’è accorto… dalla faccia che ha è sicuramente così, ormai siamo dentro. Chiudiamo il fiocco perché non c’è più molto spazio e ci affidiamo alle pagaie. Una cima è già pronta sul trampolino. Ci dirigiamo verso l’ultima barca, un 46 piedi con a bordo un signore sulla cinquantina (lo skipper) e 5/6 ragazzi sui 25 anni. E’ sicuramente un charter e stanno brindando con del vino bianco al buon esito della giornata e dell’ormeggio, lo skipper fa i complimenti ai giovani incoraggiandoli. Gli equipaggi delle altre barche, tutti ancora a bordo perché arrivati poco prima di noi, hanno già interrotto le loro attività concentrando gli sguardi su di noi.. Ora anche sul 46 charter fanno la stessa cosa. La padella, i barili, il gps… solita storia, un altro ADF… A terra un anziano ormeggiatore ci dice che serve l’ancora in mare e cime a terra per l’ormeggio. Siamo di prua e preferiamo restare così per non rischiare i timoni contro la banchina. Perciò passiamo velocemente l’àncora e la gettiamo in acqua da poppa. Lanciamo a terra una cima, l’ormeggiatore la da volta su una bitta e noi fermiamo il tutto a bordo in maniera che entrambe le prue siano comprese nel circuito. Infine cazziamo l’àncora per tenere la giusta distanza dal cemento. Siamo fermi, Giglio conquistata!!!


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Commento file: La Feniglia: in attesa della schiarita
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Commento file: Giglio conquistata. Africa e la paranza!
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 Oggetto del messaggio: Re: Xpedition - Anzio-Elba-Anzio su HC21
MessaggioInviato: 28/02/2011, 6:37 
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ancora 8° giorno:

L’addetto della capitaneria compila un modulo con le generalità di uno di noi, i pochi estremi della barca e si prende uno dei nostri recapiti telefonici perché, ci dice, che in caso di emergenza ci potrebbe essere la necessità di liberare la banchina e quindi dev’esserci un reperibile per ogni imbarcazione. Nel frattempo un gruppetto di curiosi, perlopiù dagli equipaggi delle altre barche accanto a noi, s’è radunato sulla banchina di fronte alla morammazzata. Mentre ci sistemiamo rimettendo ordine iniziano le domande di rito, sulla provenienza, la destinazione ecc.. finché una signora ci chiede “ma poi dove dormite??” e noi “Dateci il tempo di una birra e vi facciamo vedere come la nostra barca diventa cabinata come le vostre!”.. Risate incredule e ci allontaniamo verso un bar. Al ritorno alziamo il boma e apriamo la tenda.. 10 minuti ed è montata in perfetto assetto notturno. Qualcuno s’è gustato le operazioni da vicino, qualcun altro è rimasto in disparte ad osservare. Al suo interno ci cambiamo e poco dopo usciamo in “abito da sera”! Oggi, visto che siamo qua, ristorante! Saltiamo a terra e la signora di prima si stacca da un gruppetto di persone che parlottava più avanti sul molo. Si avvicina sorridendo e fa: “Vi ammiriamo tutti!” a nome di tutta la flotta di vele in banchina… roba da arrossire imbarazzati ma contenti per le parole di apprezzamento. Prima volta che si dorme ormeggiati, mai successo!
La sera trascorre con cenetta in un ristorantino niente male sulla passeggiata del paese, naturalmente a base di pesce (d'altronde ci siamo abituati bene a mangiarne tutti i giorni a forza di scatolette di tonno!!!) e prosegue come usanza, tra le taverne e le bettole dell’isola dei pirati!!! Al ritorno in tenda notiamo che tra noi e il 46 a vela s’è infilato un motoscafo di medie dimensioni con due ragazzi che stanno dormendo nel sacco a pelo sotto le stelle. Altri campeggiatori nautici credo.. bene, bravi… però col motore son capaci tutti


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Commento file: Buonanotte
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 Oggetto del messaggio: Re: Xpedition - Anzio-Elba-Anzio su HC21
MessaggioInviato: 28/02/2011, 16:42 
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9° giorno:

Sveglia ancora prima stamattina, sull’isola ancora regna il silenzio. I bar sono aperti ma c’è poca gente in giro.. che pace! Colazione e smontiamo subito perché tra poco arriva l’aliscafo e dobbiamo salpare. Saluti a tutti, ce ne andiamo. Usciamo dal porto remi e fiocco e nel mezzo comunico via radio che abbiamo lasciato la banchina. Al ricevuto mi aggancio il vhf sulla spallina del salvagente. Sul boma ce la rimetterò dopo, ora pagaiare!
Saranno le 9.00 quando siamo fuori, è ancora presto e c’è poca aria. Alziamo la randa con l’idea di circumnavigare l’isola in senso orario e poi puntare sul continente per proseguire la risalita della costa toscana. Piano piano ci allontaniamo al traverso, mure a sinistra verso sud-est, velocità 6 nodi, vento credo altrettanto.
Avremo percorso appena 500 metri sul mare piatto che all’improvviso un altro STOCK metallico… stavolta però quello che sta succedendo è davanti ai nostri occhi. Misto di panico, incazzatura ed esclamazione mentre tutti e due guardiamo increduli l’albero che va giù sottovento abbattendosi in acqua mentre la barca frena e si ferma!!! E mò so caaa…voli amari… in un attimo ho pensato vacanza finita, siamo su un’isola e la barca non naviga.. ma giusto un attimo perché non c’è molto tempo, siamo a 100 metri dagli scogli e il vento soffia in quella direzione. Domenico schizza a recuperare l’albero, bisogna per prima cosa tirarlo a bordo poi pensiamo al resto. Per fortuna non ho riagganciato la radio al boma e ce l’ho ancora sulla spalla agganciata al salvagente. Sul 16 chiamo in emergenza la capitaneria del Giglio richiedendo assistenza perché abbiamo disalberato e dirigiamo lentamente verso gli scogli. Mi danno il ricevuto. L’albero è a bordo parallelo all’asse della barca, recuperiamo dall’acqua anche la randa (pare sana) le cime, le scotte, tutto ciò che resta attaccato. Il tutto smadonnando giusto un pò in aramaico antico con accento swahili.. Devo complimentarmi per l’efficienza della capitaneria del Giglio nonostante la carenza di mezzi che di certo non dipende da loro che operano sul campo. In quelli che a me sono sembrati meno di 5 minuti avevamo attorno una lancia con due marinai, l’ormeggiatore anziano del giorno prima su un gozzo da pesca e, un minuto dopo, una pilotina dei Carabinieri. Ci scambiamo una cima con l’ormeggiatore che comincia a trainarci lentamente in porto. Durante il tragitto è inevitabile che già abbiamo iniziato tutti e due a cercare di capire cosa diavolo è successo: sulle lande sono ancora agganciate le sartie così come a prua gli stralletti che finiscono sul rolla-fiocco e poi allo strallo. Quest’ultimo è ancora agganciato sull’albero. Cercando di seguire con le mani il groviglio di cavi d’acciaio e di tessile. Accertiamo che a staccarsi è stata la sartia di sinistra che poi era quella sopravento al momento del cedimento… ma “per dinidirindina” era nuova!!! Tirandola fuori dalla mischia con estremo sollievo notiamo che è ancora nuova, niente si è strappato, quello che manca è il grillo che aggancia in testa d’albero, non è sulla sartia né sul annello di inox sul palo! Possibile che si sia svitato? No, su questo ci metteremmo la mano sul fuoco. Già sembra quasi impossibile che il perno di un grillo possa compiere da solo tutti i giri su sé stesso che servono per farlo uscire fuori. Al suo posto non riceve sollecitazioni che possano favorire tale movimento. In più era fermato col fil di ferro. L’unica soluzione al caso è che il grillo d’acciaio inox si sia spezzato e sia volato via… o era fallato dal principio o era stato fabbricato nella Manciuria meridionale!!!
Comunque la cosa ci rincuora, il danno è più che riparabile. Di grilli di rispetto ne abbiamo un sacchetto ma a questo punto credo andranno a fare compagnia a quello scomparso. Sull’isola ne troveremo sicuramente altri e li sostituiremo tutti perché se sono della stessa partita… stavolta c’è andata bene ma la prossima chissà.. Entriamo in porto a rimorchio… non voglio guardarmi intorno per non incrociare gli sguardi dalle banchine che ora sono molto popolate, traghetto in partenza, aliscafo in arrivo, turisti che noleggiano barchini… e noi con l’albero orizzontale rimorchiati da un gozzo. Stavolta la fierezza non c’è! L’ormeggiatore e quelli della capitaneria cercano di capire dove possono sistemarci ma noi gli togliamo ogni dubbio, dobbiamo andare a terra e tirar fuori il cat dall’acqua, altrimenti rimarremmo in banchina per tutta l’estate. All’interno dell’area portuale c’è una spiaggetta stretta e lunga sulla quale stazionano barchini da pesca e gozzi ma ad una delle estremità c’è un po’ di spazio dove dovremmo riuscire a fare tutto. Ci dicono che non potremmo stare lì ma alla stesso tempo si rendono conto che alternative non ce ne sono e quindi dirigiamo verso la spiaggetta..


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Commento file: Dopo il disastro!
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 Oggetto del messaggio: Re: Xpedition - Anzio-Elba-Anzio su HC21
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Una sartia con un grillo? Nai nai nai :? ;)


A parte l'incidente che ovviamente con il senno di poi è facile fare i saccenti. Visti i carichi dovuti al maggio carico non aveta mai pensato di raddoppiare le sartie e/o aumentarne la sezione?


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 Oggetto del messaggio: Re: Xpedition - Anzio-Elba-Anzio su HC21
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Località: Roma
Figurati, niente saccenza, anzi accetto volentieri ogni genere di agomentazione

Guarda, il maggior carico non grava in nessuna maniera sull'alberatura né sulle sartie che comunque erano nuove come i grilli (per altro tutto secondo fabbricazione Hobie Cat della quale ho piena fiducia) La sezione è quella originale e i grilli non ricordo da quanto sono ma posso dirti che sono belli robusti e grossi. Tanto più che a cedere non è stata la sartia ma solo il maledettissimo grillo cinese che c'è capitato. E poi disalberare con 5/6 nodi di vento e mare piatto credo che sia proprio fuori da ogni possibilità e a parte per una sfiga assurda dovuta ad un cedimento riconducibile solo ad un pezzo fallato non saprei proprio come classificarlo :shock:
Di sartie di rispetto abbiamo parlato e cogitato tante volte ad Anzio ma boh... non m'hanno mai convinto sulla loro necessità.. certo se dovessi attraversare l'Atlantico ci penserei più seriamente ma navigando per lo più come noi, credo che le possibilità siano molto basse. Non ho mai sentito di qualcuno a cui si sia tranciata una sartia in buone condizioni... posso paragonare alla stesa possibilità che un pesce spada ti si conficchi nello scafo??? :lol: :lol:

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 Oggetto del messaggio: Re: Xpedition - Anzio-Elba-Anzio su HC21
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Paddy ha scritto:
Una sartia con un grillo? Nai nai nai :? ;)



Perchè, con cosa la colleghi la sartia se non alle lande almeno all'albero? Non con un grillo?

Comunque la storia di Morgan è istruttiva, è un po' che mi ronza in mente di raddoppiare le sartie con cavetto in tessile, che non lavori normalmente ma che sia di riserva, come una sicurezza..... Per lo strallo, invece, c'è già comunque la drizza del fiocco, sia che la vela sia issata (gratile con cavetto inox) sia che la vela sia ammainata (la drizza viene legata al triangolo di inox, più o meno là dove si innesta anche lo strallo).

Ma se poi fossero le lande a staccarsi? :( O i grilli a rompersi? :o :(


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